La domanda riguardava il documentarsi o meno e seguire le indicazioni di una guida oppure no.
La mia personalissima decisione è stata di documentarmi poco, anzi pochissimo sul percorso, e di non acquistare nessuna guida, che è stata degnamente sostituita da due fogli dei diagrammi altimetrici del Camino e un elenco di località (4 fogli)che si trova su Wikipedia, mentre vale la pena approfondire con la massima cura le argomentazioni etico-spiritual-religioso che possono indurre un bipede umano a intraprendere la via.

Il Camino frances è segnato in modo piuttosto accurato in tutto il percorso, basta quindi seguire le frecce gialle e i mucchietti di sassi. Il percorso è facilmente individuabile e non serve a niente sapere quale sarà il nome del paese successivo, tanto lo vedremo quando ci arriveremo.
Non programmare le tappe porta grande libertà e pace interiore. Quando saremo assetati berremo (è opportuno rabboccare le borracce ogni qual volta si incontra una fonte), quando saremo affamati mangeremo (posti di ristoro esistono a intervalli più o meno regolari e comunque, nella peggiore delle ipotesi, a distanza copribile in 3 ore, niente che possa farci morire di fame) e quando saremo stanchi cercheremo un rifugio per la notte. La corsa ai rifugi "migliori", oltre che stucchevole retaggio della vacanza nel villaggio esotico, tradisce il senso profondo del Camino, i cui "Albergues" sono, per l'appunto rifugi, dove non si deve trascorrere una vacanza piacevole, ma dove si dorme e si riposa per affrontare la tappa successiva.
Ovviamente, al di là di questa "savonarolata", sostare in un "Albergue" confortevole è piacevole per chiunque, me compreso, seppure non sia mai stato un "must".
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