Se diamo per scontato che ci sia sempre una fine, è acclarato che ci sia sempre un inizio.
È una delle manifestazioni più evidenti del dualismo che governa il mondo, la fine senza inizio non alcun significato, così come l'inizio deve trovare sbocco nella fine.
L'eterna complementarietà che si traveste da scontro e viceversa.
I più deboli sentono lo scontro, il nemico, il bene contro il male, perdendo di vista che se il bene è apprezzabile è solo perché ha un contraltare nel male e le due entità si qualificano vicendevolmente..
A nulla sarebbero servite le splendide chiacchiere di Gesù Cristo se non ci fosse stato Giuda, vero fautore del miracolo del cristianesimo, con la sua abnegazione al piano del Maestro, fino al più orribile dei sacrifici, eseguito su precisa indicazione di Gesù ("Tu lo hai detto") che durante l'ultima cena, conoscendo bene i suoi discepoli, affidò al più erudito di essi il compito ingrato di consegnarlo ai soldati (non erano profezie, come qualche stolto sostiene, erano piani attuativi).
In questa lotta-collaborazione si inserisce la voglia di intraprendere questo cammino, che è certamente un'impresa assai più grande di me, ma se non si tenta non si può nè avere successo, né fallire.
Come dicono i filosofi da due soldi, non è importante se arrivi, ma quallo che provi quando corri. L'idiozia decoubertiniana che si annida nell'ipocrisia di ognuno di noi.
Così incominciamo l'allenamento più specifico, per ora corsa e camminata alternate per rinforzare un po' le cosce e abituare il fiato. Un paio d'ore di attività possono aprire un universo.
Domani si continua.
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