Sto mettendo insieme in un "filmino" le immagini del mio Camino......un'opera impegnativa, che dovrebbe raccogliere le circa 700 foto di quell'esperienza......
Che ci vuole, diranno i più superficiali?
Ci vuole, ci vuole eccome, mettere insieme i ricordi e le sensazioni di quell'esperienza è un'operazione a volte esaltante, a volte dolorosa, a volte felice, a volte triste...... insomma, esasperante, che porta con sè una soluzione diversa ogni singolo giorno.
Leggo e rileggo tutto quello che ho scritto in questo blog da quando decisi di dargli vita e mi rendo conto che ci sono cose che si ripetono e cose che contrastano, una cosa e il suo contrario, come se fossero espressione di più persone.
Qui viene fuori il grande smarrimento in cui ci troviamo o, per lo meno, in cui mi trovo io. Può una camminata, per quanto impegnativa, cambiare la vita di una persona? cambiare il suo modo di essere, di sentire, di porsi col mondo? Ahimé può.
Coloro che hanno affrontato la cosa per fede sono facilitati, le certezze del dogma consentono all'individuo di appoggiarsi su di un terreno consolidato e dare una connotazione univoca, ma chi ha affrontato l'esperienza con spirito laico, da agnostico quale sono?
È possibile che un'impresa di chiaro stampo religioso, con scopi di preghiera e penitenza, possa avere così tanta influenza su una mente razionalista? Una vittoria dell'emozione sull'illuminismo?
Questo è il grosso mistero del Camino de Santiago, una delle esperienze che mette la parte più profonda dell'uomo di fronte a sè stesso e chi è in cerca delle domande alle sue risposte, può addirittura correre il rischio di trovarle, magari non subito, ma riflettendo, col tempo......
Come ho già detto, in questo anno non ho incontrato Dio e lui non ha incontrato me. Ritengo che sia una perdita per entrambi, ma non si può pretendere che le cose avvengano in modo automatico.
Io sto facendo i miei sforzi, cercando di trovare soluzione alla mia inquietudine, cercando nei canali (non sempre scoperti) dello spirito, Lui dovrà fare i suoi sforzi per accettare un confronto che potrebbe metterlo in difficoltà, con un disallineato che non ha la minima intenzione di recitare la parte stucchevole della "pecorella smarrita". Ci vorrà coraggio da parte di entrambi, altrimenti si andrà avanti come sempre.
Su una cosa ho acquisito una ragionevole sicurezza, non ci siamo ignorati e questo è già un piccolo passo in avanti verso una comune apertura di credito, forse arriveremo a fidarci l'uno dell'altro e chissà, magari un giorno potremo anche fare amicizia, non dipende mai da una parte sola, e se vuole, anche Dio si può dare una mossa e uscire dalla staticità in cui lo ha relegato gran parte delle sue emanazioni in terra.
Ribaltando un dogma, Feuerbach attribui all'Uomo la creazione di Dio. Purtroppo il prodotto della mente umana ha dato forma ed essenza agli aspetti più deteriori dell'uomo, un Dio di massa, certo non all'altezza del suo ruolo
È chiaro che questa idea dovrà cambiare e il concetto di Dio dovrà accondiscendere a valorizzare l'ottimo che l'umanità racchiude in sè, è un 'operazione aristocratica, mi rendo conto, che forse potrebbe far perdere consensi, ma acquisterebbe il mio favore di sicuro e, forse, non solo il mio.
Sono certo che l'album fotografico montato alla fine sarà lo specchio di quello che (a quel momento) sarà l'apporto del Camino alla mia vita e al mio spirito libero, ma fino a quel momento, la tela di Penelope sarà il riferimento privilegiato.
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