venerdì 10 febbraio 2012

Pellegrinaggio

Col termine pellegrino si indica, in genere, un fedele che intraprende un cammino per finalità religiose legate alla sua salute interiore, alla ricerca della pace con l'Immanente e della salvezza eterna. Una preghiera in movimento, insomma.
Per questo motivo, quando mi trovo a parlare del mio progetto, il termine salta fuori quasi all'istante, unito a quello di pellegrinaggio, col chiaro significato di indicare l'azione che compie il pellegrino.
Uno sforzo ulteriore, potrebbe portare in un porto più sicuro e meno ovvio. Il pellegrinaggio non è necessariamente un cammino di fede, nel senso ristretto che si è voluto dare a questa parola, ma potrebbe tranquillamente essere un percorso nell'anima e per l'anima,; poiché, checché se ne dica, tutti hanno un'anima, tutti hanno quella forza interiore che ci distingue dai sassi e da tutte le altre cose.
L'anima è quell'entità che ci spinge ogni giorno ad affrontare con la dovuta curiosità la vita. Ove uno non abbia la necessaria dose di sete di sapere, subentra la sacralità e l'anima diventa il soffio di Dio, del Principio ispiratore che fa da propulsore al cammino dell'essere umano in questa terra.
Questo è il pellegrinaggio, un cammino, un percorso interiore. Niente a che fare con le camminate verso le grandi mete della Cristianità, la distanza serve a dare il tempo per pensare, serve a pregare (per chi vuole), serve per trovarsi di fronte alla vera essenza dell'individuo e imparare la lezione più complessa della vita: imparare a convivere con sé stessi. Questa è, forse, l'unica vera strada perché la Pace si alberghi in modo stanziale in noi, fino al momento in cui tutto si sbiadirà, fino a scomparire.

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