martedì 25 ottobre 2011

E il ritorno?

È veramente buffo che, preso dall'euforia organizzativa del viaggio verso Santiago, non abbia mai tenuto in considerazione il ritorno. 
Già, arrivare in un posto, non prevede necessariamente restarci, ma dovrebbe anche prevedere che ce ne torneremo a casa. 
Ho scuriosato per mezza giornata in rete e poi l'illuminazione: improvviseremo il ritorno in autobus...con l'intento di avvicinarci, in un primo tempo, alla frontiera francese e, successivamente, alla frontiera italiana e, qundi a casa.
In realtà, è ancora una nebulosa, ma fra giri alla ricerca dei materiali, informazioni in rete e stampa, è spuntato fuori il funghetto del ritorno. L'idea dell'autobus mi solletica, sa tanto del coast to coast su un "Greyhound". Staremo a vedere, se son rose fioriranno, se saranno (invece) cachi......

giovedì 20 ottobre 2011

Via dalla pazza folla

Un recente ritorno nelle terre d'origine ha evidenziato un orientamento sempre più spiccato verso il bisogno di orizzonti più rarefatti, spazi più aperti e deserti.
Vivere in luoghi con forte densità di popolazione genera ansie inspiegabili e prende per mano la nevrosi, guidandola verso la conquista del potere con mille mezzi e mille artifici.
Gli spazi ampi e deserti aiutano il respiro, aiutano la calma a mantenere il potere ed è comprensibile che gli indigeni siano degli attaccabrighe poderosi contro i "forestieri", difendono il loro diritto a vivere secondo gli schemi che sono loro più congeniali.
Il percorso da un centro abitato all'altro deve essere segnato dal vuoto per dare quel senso di discontinuità che non ti fa sentire assediato dall'umanità, ché si sopporta pure male, a volte.
Camminare in mezzo all'assenza dell'uomo, paradossalmente aiuta l'essere umano a concentrarsi sui fondamentali e a perdere interesse per tutto quel niente che riempie la vita di molti di noi.

domenica 16 ottobre 2011

Secondo: lo zaino

Ovviamente non basta mettersi delle scarpe comode e camminare,un percorso così impegnativo necessità di un contenitore per portarsi dietro il necessario: lo zaino.
Leggendo e spigolando, si scopre che la parola zaino contiene due problemi diversi da affrontare. Il primo è quale modello o prodotto è il più adatto a noi, il scondo è imparare a indossarlo..... e ho scoperto che non è così semplice come si potrebbe pensare a un primo approccio.
Partiamo con ordine, allora.
1 - Quale zaino?
La stragrande maggioranza di quelli che si sono avventurati in un'impresa così impegnativa, è concorde nel ritenere che nel periodo estivo è sufficiente un contenitore da 40 litri. Alcuni suggeriscono un prodotto a litraggio variabile, in modo da non avere limitazioni nella scelta del periodo.
Questo 40 litri blue della Ferrino potrebbe assolvere alla bisogna avevndo caratteristiche tecniche che lo rendono molto adatto al trekking.
Ma anche questo 50 litri verde, sempre della Ferrino, potrebbe assolvere benissimo ai suoi compiti. Rispetto al suo antagonista ha il vantaggio di una tecnologia più ricercata che lo rende più leggero e funzionale, grazie a una lunga serie di piccoli accessori che facilitano il trasporto delle cose.
Resta da analizzare se e quali siano le alternative alla Ferrino. Una visita ai negozi specializzati ci potrà aiutare.

mercoledì 5 ottobre 2011

Primo: i piedi.

Chi si predispone con l'animo e il fisico ad affrontare il cammino verso Santiago, ha un priorità assoluta: l'improbabile ricerca della salvaguardia dei piedi dalle conseguenze (quasi inevitabili) che lo stress da sforzo prolungato procurerà loro.
Affrontiamo con l'analisi del prodotto più innovativo questo primo step tecnico riguardo alla progettazione del viaggio.
Che sia una tipologia di calzatura fortemente atipica e futuribile, lo si vede a occhio nudo, Fivefingers è una calzatura ispirata alla forma dei guanti, trasponendo lo stesso concetto delle cinque dita dalle mani ai piedi. 
I test la indicano come un prodotto affidabile, nonostante la relativamente recente commercializzazione, tanto da essere stato utilizzato anche a livello agonistico in più di un evento, con risultati (sembra) lusinghieri.
La Vibram è da tempo uno dei marchi di riferimento per il trekking e non solo, che si è fatto spazio con la tecnologia e l'affidabilità.
Non meraviglia, quindi, che a un certo punto abbia tentato la carta del prodotto proprio, con un ventaglio di scelta che soddisfa dal fashion allo sportivo puro,
Una prova diretta saprà dirci di più sulla possibilità che queste siano le scarpe del "mio" Camino.