È passato un anno esatto dal mio ritorno da Santiago e ancora i tasselli del mosaico non sono tutti a posto.
Seguo sui social network gruppi che hanno attinenza col Camino de Santiago e leggo la facilità con cui si trova un posto alle emozioni per chi è stato spinto dalla fede.
Già ma chi non ha goduto di questo enorme privilegio e si è trovato a cercare domande e risposte?
Ecco fatto, come suol dirsi il morto è sulla bara.
Devo un grazie particolare alla compagna di avventura e di cammino Barbara, una solida figura, come lo sanno essere le persone dei paesi, dove ancora si respira un'aria di relazioni umane, le devo un grazie perchè in lei la nostalgia del Camino si è manifestata e ha deciso di condividere questa sua mancanza. Non so se avrei mosso le corde dell'analisi di questo turbamento che mi ha preso alla gola, senza il suo "outing".
Un altro grazie è dovuto a Paola, compagna di dolori, fatica e di piedi, che ha deciso di rinverdire l'emozione e di realizzare il Camino Francès da S.Jean Pied de Port, conciliando le tratte con le ferie, suddividendo quindi il percorso in più anni.
Una scelta che mi ha coinvolto emotivamente in maniera significativa. Attraverso i suoi post nell'ormai sempre presente social network, ho rivissuto quei giorni, ho rivisto i sentieri, i paesi, le case, le persone, gli animali e tutto il turbine di emozioni che mi ha spinto lo scorso anno dal 22 maggio al 23 giugno.
Paola si è infortunata scivolando su un ponte di legno fra Villatuerta e Estella..... lo stesso su cui sono franato io lo scorso anno, fortunatamente senza conseguenze che non fossero i postumi della botta.
È comunque anche grazie a loro se i pensieri da ricordi diventano lentamente, ma inesorabilmente progetto per ripetere l'impresa con maggiore lentezza, rinnovato spirito e maggiore apertura al mondo di quanta (per i motivi più volte esposti in queste memorie) ce ne sia stata nel primo viaggio (e ce n'è stata poca).