venerdì 25 aprile 2014

Il secondo Camino de Santiago

Ormai è deciso, ci sarà una secondo avventura a piedi, se il cielo ci manterrà in salute e se la mente resterà ben ancorata al pensiero.
Ho meditato a lungo sui rischi che il Camino si trasformi da strumento di evoluzione dello spirito e della conoscenza, a comodo rifugio per le fughe da un mondo che ha smarrito ogni senso delle cose che sia riconducibile all'essenza più profonda della vita.
Devo ammettere che questo secondo aspetto, in questo periodo, è quello che mi attrae maggiormente, come le sirene di Ulisse. La fuga è una componente peculiare della mia generazione, siamo in fuga dal mondo dei nostri padri, che non condividevamo (sia il mondo che i padri), siamo in fuga dal mondo che non siamo riusciti a cambiare e che ci obbliga a scappare per non cambiare; fuga dai nostri simili, che sono tali solo da un'angolazione morfologica, ma in massima parte mentalmente inadeguati al confronto.
Eppure la fauna che popola il Camino è in tutto e per tutto uguale a quella che ci assedia ogni giorno. 
Ma quelle persone che ci complicano la vita quotidiana quasi mai hanno i problemi elementari che regolano la vita semplice e umile che guida i passi di chi si avventuri nella strada verso Santiago de Compostela, no, quelle persone vivono drammaticamente problemi esistenziali che torturano le loro labili menti, sogni che sono per lo più generati da folli deviazioni in arcipelaghi di fantasia distorta, quando non malata. 
Il confronto e l'incontro fra esseri umani si allontana, così, dalla logica elementare che caratterizza il pellegrino per colorarsi di tinte drogate e cangianti, che fanno apparire i miraggi del vitello d'oro, attorno al quale tutti si affollano e si affannano.

Un secondo Camino la cui preparazione è già cominciata e sarà sempre il percorso di uno spirito libero, che si muove sempre più alla cieca, su questo territorio minato che è la ricerca della propria essenza profonda..
Non so ancora se sarà un cammino spirituale o religioso o filosofico, credo tutte queste tre ipotesi messe insieme. Di certo non sarà un'esibizione atletica o una cosa "tanto per fare".
Non so se troverò un dio e se lui troverà me, le conoscenze devono sempre avere aspetti di reciprocità e una buona dose di affinità.
Sarà un Camino di ripensamento delle e sulle cose del mondo. Un modo per cercare una ragione di sopravvivenza nell'attuale società.Capisco sempre più da vicino chi fa scelte di eremitaggio, la vita quotidiana mal si confà a chi chiede semplicità, aria da respirare e libertà di riflettere e pensare.