giovedì 29 agosto 2013

In principio era il Verbo.

È possibile che la parola, soprattutto quella che presuntuosamente l'uomo ha definito "di Dio", abbia dovuto subire l'umiliazione dell'incapacità di massima parte del genere umano a comunicare correttamente i concetti che stanno alla base della vita e dell'ispirazione divina che di essa è componente inscindibile.
L'uomo inventò allora la scusa del tramite, di essere solo uno strumento nelle mani dell'Immenso, ma stando alle risultanze, siamo poco propensi a credere a questa ascendenza immanente sull'incauto redattore, mentre propendiamo per un tentativo opportunistico di sostituirsi al Divino per propri fini.
In realtà in principio era un "Suono", una frequenza che si aggirava nell'ignoto infinito, questo è il Verbo, il suono, non un suono qualunque, ma quello che ha dato origine a tutto. 
Tutto nel mondo è frequenza, e tutta la comunicazione fra gli esseri non può prescindere a questo fondamento. La voce, la musica e ora anche i "media", i rumori, i movimenti della terra, del mare e del cielo.... tutto procede da quel "Suono" originario.
Dio è parola? no, Dio è frequenza, la frequenza delle musiche che muovono le corde più profonde della nostra anima, senza che sia stata ancora determinata la correlazione che esiste fra i due eventi e come delle sequenze di note possano suscitare emozioni, più o meno forti, a seconda degli intervalli con cui vengono emesse.
Il vero mistero, non è la parola, ma il suono, non sempre lo capiamo, eppure il nostro corpo reagisce al suono assai di più di quanto non riesca di fronte alle parole.
Dio è musica, e comunica con noi facendo vibrare il nostro corpo e la nostra anima. Purtroppo non abbiamo tutti gli strumenti per ricevere correttamente e fruire di questo enorme privilegio e sviliamo con inutili parole la Grandiosità del progetto divino.
Dio è musica. 

lunedì 19 agosto 2013

Sud est asiatico

Dal diario del Viandante

Redecilla del Camino 29 mayo 2013

Il vietnamita con cui ho condiviso anche la camera di Azofra è qui nell'Albergue Municipal di Redecilla del Camino. poi c'è un ragazzo belga che sta tornando indietro e un tot di carampane chiacchierone e rumorose.
Anche il Vietnamita è stato piuttosto rumoroso....ma noi siamo buoni e tolleriamo.

venerdì 16 agosto 2013

Ripartire.

L'amica pellegrina Barbara ha recentemente postato una riflessione su un social network, in cui si dichiarava pronta a ripartire, quando un appartente al gruppo ha parlato di francigena e di preghiera e di ritro e di ritrovo di sé stessi.
L'argomento è tanto interessante da meritare alcune considerazioni che nel corso della redazione di questi miei pensieri prima e dopo il Camino ho inserito in questa specie di diario spirituale e istruzioni per l'uso.
Il Camino di Santiago è un percorso della cristianità (occorre darne atto), quindi un riferimento religioso importante per chi ha deciso di abbracciare e professare la fede di Santa Romana Chiesa. È facile, quindi che lo spirito che ha spinto molti pellegrini sia quello di assolvere un impegno nel nome della propria fede.
Ma il Camino di Santiago è frequentato anche da non cattolici, addirittura anche da non cristiani. Eppure posso affermare con un buon grado di sicurezza, che anche per loro il Camino non è un'impresa atletica, o una gita di trekking avanzato, i moti dello spirito sono evidentemente sentiti anche da chi non è soldato di Gesù Cristo.
Ritengo incontestabile affermare che la spiritualità che accompagna il percorso verso la tomba dell'apostolo Giacomo, sia palpabile a chiunque si avvicini a questa impresa e che questo possa riguardare e coinvolgere profondamente anche lo spirito delle persone non credenti, agnostiche, o che professano altre fedi.
Altro argomento posto sul piatto, è il raccoglimento, la preghiera e questo sempre più reiterato bisogno di ritrovarsi. Chi crede di trovare risposte nel Camino rischia di tornare deluso. Paradossalmente, lo sforzo dell'impresa, la necessità a dare priorità ai bisogni fondamentali dell'individuo, prendono il sopravvento su qualsiasi cosa. Chiunque affermasse il contrario mente sapendo di mentire. 
Il Camino non eroga risposte, soluzioni, tutt'al più aiuta a porsi domande a cui ciascuno di noi, nel proprio intimo dovrà poi dare risposte. Sono partito senza la certezza di una fede, sono tornato senza la certezza di una fede, ma ritengo di essere un essere umano migliore di quello che era partito, perchè mi sono più chiari alcuni aspetti basilari della vita, dell'essenza profonda della vita, che prima consideravo come cose di poco conto, quali il respirare, il mangiare, il bere, il dormire, il curarsi, il parlare e perchè no, anche il pregare.
La preghiera può accompagnare il passo e confortare o lenire la fatica del credente, ma non è la componente primaria, quella è affidata allo spirito profondo dell'uomo che affronta un'impresa che per l'essere umano contemporaneo è assai più ardua, nonostante le comodità e le facilitazioni che gli antichi pellegrini potevano solo sognarsi. La vita e l'evoluzione hanno segnato passi che hanno allentato la dura scorza che caratterizzava, invece, i pellegrini del medioevo, ma anche solo di due secoli fa.
Lo spirito viene messo a dura prova e si fortifica e di questo il pellegrino deve essere consapevole, ancor di più ne deve essere consapevole il pellegrino cattolico, tenendo conto che i suoi compagni di viaggio che professano fedi e/o convincimenti diversi non sono nel torto, ma più semplicemente hanno un approccio più primitivo a quella che è una delle più grandi e belle imprese di arricchimento spirituale che il mondo di oggi offra.