venerdì 28 giugno 2013

Equipaggiamento

Cosa portare, considerando che quello che decidiamo di avere con noi, graverà sulle nostre spalle per tutta la durata del Camino?
Sono un neofita del trekking e non avevo la più pallida idea di cosa portare e cosa lasciare a casa.
Poi ho fatto il Camino e una volta a Leon, ho spedito a casa una scatola di km. 4,6 di bagaglio giudicato in eccesso. Mi è rimasto un corredo di circa 6 kg.
Ho dovuto prendere atto che il materiale tecnico, per quanto più costoso, è di gran lunga più funzionale a un viaggio di questo genere.
Comunque sia, se dovessi rifare il Camino, il mio equipaggiamento sarà così composto:

  • Zaino da 50 litri, con un buon schienale, che pesi complessivamente kg. 1 / 1,5
  • Copertura impermeabile per lo zaino
  • Sacco a pelo (per dormire al chiuso) (Spesso gli Albergues forniscono anche le coperte)
  • Kway in microfibra.
  • Scarpe da trekking di buona qualità, con un buon rodaggio
  • Sandali da trekking
  • Ciabatte per doccia (io ho portato dei leggerissimi sabot)
  • 3 paia di calze senza cuciture
  • 3 paia di mutande in microfibra
  • 2 pantaloni tecnici con cerniera alle gambe (diventano due pantaloni corti)
  • 2 maglie a maniche corte in microfibra
  • 2 maglie a maniche lunghe in microfibra
  • 1 felpa in pile o materiale tecnico
  • 1 asciugamano grande in microfibra
  • 1 asciugamano piccolissimo (30 x 30) in microfibra
  • Sapone di marsiglia
  • dentifrico
  • spazzolino
  • pettine (o spazzola)
  • 1 borraccia da litro in fibra
  • borsa medicinali con antinfiammatori, antibiotici, antidolorifici, fermenti lattici, benda adesiva, Compeed, magnesio e potassio, complesso vitaminico, pomata antibiotica.
  • tagliaunghie
  • ago e filo
  • forbicine
  • coltello (se lo zaino viene portato come bagaglio a mano, compratelo a St. Jean)
  • 2 bastoncini da trekking (anche questi da comprare a St.Jean)
  • Vaselina (per ungere i piedi) (ho visto alcuni che usavano una pasta tipo Fissan)
  • A metà Camino ho comprato un ombrello, per ripararmi dalla pioggia senza dover mettere il Kway, come mi aveva suggerito Ramon, un pellegrino catalano.... si suda meno e si arriva più asciutti. Un buon suggerimento.
Così composto, lo zaino non dovrebbe pesare più di 6 kg. e il Camino, pur nella sua durezza, sarà un poco meno pesante.
In ogni caso è da tenere presente che non si va nel Deserto e che si incontrano spesso posti dove, all'occorenza, si può comprare ciò di cui si ha bisogno.

Le tappe

Qui di seguito vado ad elencare le tappe che ho seguito, raccomandando a ciascuno di farsi il suo personalissimo piano, cercando di non strafare (come ho fatto io in alcune occasioni).
Il Camino non contempla l'uso dell'avventatezza e della stupidità. Scelte inopportune si possono pagare con un prezzo altissimo.

  1. St. Jean Pied de Port - Roncesvalles - km. 27  
  2. Roncesvalles - Larrasoaña - km. 26,9
  3. Larrasoaña - Uterga - km. 32,6
  4. Uterga - Villatuerta - km. 24,7
  5. Villatuerta - Torres del Rio - km. 34,3
  6. Torres del Rio - Navarrete - km. 33,3
  7. Navarrete - Azofra - km. 21,8
  8. Azofra - Redecilla del Camino - km. 25,3
  9. Redecilla dC - Villafranca Montes de Oca - km. 24,6
  10. Villafranca M O - Atapuerca - km. 18,2
  11. Atapuerca - Burgos - km. 21,4
  12. Burgos - Hornillos del Camino - km. 20,00
  13. Hornillos d C - Boadilla del Camino - km. 39,00
  14. Boadilla d C - Carriòn de los Condes - km. 25,3
  15. Carriòn d l C - Terradillos de los Templarios - km. 26,2
  16. Terradillos d l T - El Burgo Ranero - km. 28,00
  17. El Burgo Ranero - Mansilla de las Mulas -  km. 19,00
  18. Mansilla de las Mulas - Leon - km. 18,00
  19. Leon - Villadangos del Pàramo - km. 25,8
  20. Villadangos del Pàramo - Astorga - km. 27,1
  21. Astorga - Rabanal del Camino - km. 19,9
  22. Rabanal del Camino - Molinaseca - km. 26,00
  23. Molinaseca - Cacabelos - km. 23,5
  24. Cacabelos - Vega del Valcarce - km. 25,3
  25. Vega del Valcarce - Fonfria - km. 24,2
  26. Fonfria - Sarria - km. 27,4
  27. Sarria - Portomarin - km. 21,6
  28. Portomarin - Palas del Rei - km. 26,5
  29. Palas del Rei - Arzua - km. 29,7
  30. Arzua - Monte do Gozo - km. 34,6
  31. Monte do Gozo - Santiago de Compostela - km. 4,7
In seguito, fornirò i dati relativi agli Albergues in cui sono stato ospitato e alcuni spunti per l'analisi tappa per tappa e alcuni spunti circa l'equipaggiamento, che spero potranno essere utili.

N.B. i chilometraggi sono presi dallo schema del "Camino Frances" che si trova su Wikipedia,. le guide che mi sono capitate per le mani riportano distanze diverse e maggiori quasi sempre.
In realtà, penso sia complicato stabilire l'esatta misurazione del percorso, a meno che uno non si cimenti nell'impresa dotato di GPS.

lunedì 24 giugno 2013

La giustizia divina.

Secondo giorno di riposo a Santiago de Compostela, acquisti di ricordini per amici e parenti. Poi di nuovo in cattedrale per la Missa del Peregrino. C'e' un'atmosfera migliore di ieri (domenica), meno confusione, piu' silenzio, piu' rispetto e devozione.
Il botafumeiro vola ancora una volta a mitigare l'odore con cui il lungo e faticoso viaggio ha permeato i pellegrini. 
La cripta di San Giacomo e' un po' piu' frequentata. Meno comitive fanno bene all'essenza piu' profonda del Camino, quella meditativa.
Incontri facce viste nel lungo nastro infinito di passi percorsi e non trattieni il reciproco moto di soddisfazione (Lo hemos hecho, we did it).... un sorriso, una stretta di mano, quando non un abbraccio.
Splende il sole su Santiago. Che sia un segno del cielo?

domenica 23 giugno 2013

Il traguardo

Ogni bella storia ha la sua fine, anche ogni brutta storia ha la sua fine, ma questa e' una bella storia.
Il Camino de Santiago e' una metafora della vita, si parte carichi di entusiasmo e di aspettative, ci si lascia prendere la mano fin quando il conto viene presentato..... e maggiore e' la sconsideratezza delle cose fatte, maggiore sara' il prezzo che dovremo rendicontare.
L'esperienza umana che si cela dietro questo duro, durissimo percorso, non ha assolutamente prezzo. Forse e' questo il lato piu' bello del Camino, si e' di fronte ai bisogni primari e ad altri umani con gli stessi identici bisogni. Non ci sono le sovrastrutture che falsificano la nostra ordinaria vita quotidiana.
Ci si trova di fronte alle miserie umane, comprese le nostre, quelle inaspettate, quelle che avevamo nascosto talmente bene da essercene dimenticati. Ci si trova di fronte, dicevo, e bisogna affrontarle, bisogna trovare soluzioni tanto semplici, quanto immediate.
Brutta faccenda la miseria umana messa a nudo dai bisogni primari quotidiani e acuita dalla stanchezza fisica, ci viene incontro quello che siamo veramente, nel profondo e non sempre ci piace, ma qui, contrariamente alla vita quotidiana, non abbiamo tempo di crearci alter-ego, qui dobbiamo convivere pienamente con quello che troviamo e accettarlo..... o prendere un aero per andare a casa.
Un percorso di vita che fa bene a chi vuole ripercorrere quello che non e' piu', a causa di tutte le sovrapposizioni che il vivere moderno ha pazientemente costruito con inutilita' di vario genere, rese falsamente prioritarie a vario titolo.
Normalmente, non consiglio mai, ma se uno/a sente il languorino di recuperare qualcosa, si alleni un po' sia nel corpo che nello spirito e lo faccia, ne vale la pena.

giovedì 20 giugno 2013

Siamo quasi in fondo

Cosa si puo' dire quando si e' quasi alla fine?
In effetti si puo' dire tanto, si puo' parlare della macchina organizzativa del Camino Frances, si puo' parlare dell'opportunismo di pochi e della passione di tanti nell'accogliere chi si cimenta in questa prova; si puo' parlare delle comitive simil-aziendali col Filini di turno, sempre pronto a intonare "quel mazzolin di fiori".
Il Camino e' un mondo a parte e lo si vive bene se lo si percorre da soli. Quando si e' soli si ha modo di osservare meglio le miserie e i pregi della ordinaria umanita' che frequenta questi viottoli, fra salite e discese senza soluzione di continuita'.
Chi percorre il Camino in comitiva viene inevitabilmente risucchiato dal vortice della gazzarra e in quello perisce miseramente il senso stesso, quello spirituale e profondo, che questo percorso riveste anche per chi, come il sottoscritto, ci si e' avvicinato da laico.
La macchina organizzativa del turismo dei "finti pellegrini" e' altra faccenda. Si individua con facilita' il bus a 2 km.  dopo la localita' di partenza, che lascia queste allegre comitive di idioti a 2 km. dalla tappa successiva, alla quale questi devoti arrivano belli arzilli, discutendo animatamente di niente, avendo fiato a disposizione.
Ci e' voluto un po' per capirlo, non mi rendevo conto di come legioni di miei coetanei, potessero essere cosi' freschi dopo avere percorso dai 25 a 30 km., e arrivassero prima di me agli albergues di destinazione.
Altra bella iniziativa sono gli avvoltoi travestiti da tassisti che presidiano le rotte del Camino per tentare il malcapitato che non ce la fa piu', per caricarlo a peso d'oro alla tappa successiva.
L'importante e' arrivare in fondo, avere qualche timbro sulla Credenziale, per ottenere l'agognata "Compostela" da esibire nel salotto di casa..... "sai io ho fatto il Camino di Santiago".
Anche questo e' un sogno destinato a finire, l'industrializzazione di un percorso fatto per l'essere umano e la sua mente, si sta lentamente trasformando in una prova simil-ginnica, di resistenza fisica.
A me resta una cosa che sento come un onore, cioe' di avere affrontato questo viaggio con lo spirito curioso di chi non cerca risposte, sapendo che non ce ne sono altre, oltre a quelle che gia' si sanno.
Il Camino di Santiago e' una guida spirituale anche per chi ha accantonato il problema della fede, una guida severa e amichevole, che ti mette sempre di fronte alle responsabilita' che ogni singola scelta quotidiana comporta; un'esperienza che ha al centro l'uomo e niente altro.

giovedì 13 giugno 2013

Aveva ragione lei.

Quando sono arrivato a Villatuerta, ho alloggiato nell'albergue "La casa mágica", gestito da una brasiliana e uno spagnolo. La brasiliana, di origini friulane, mi aveva sibillinamente detto che il camino era ancora nella fase giovane, che avrei dovuto aspettarmi dei cambiamenti e che, mio malgrado, questi cambiamenti sarebbero arrivati.
Mi spiego' che il Camino e' come la vita umana, passa i giorni dell'adattamento infantile, della curiosita' adolescenziale, fino ad arrivare alla maturita'.
Non capivo cosa volesse dire e non lo capisco tuttora, ma qualcosa sta cambiando, ho imparato a dosare le forze, a stare con gli altri Pellegrini, a guardare le cose con maggiore attenzione.
Lungo il Camino  ho imparato ad evitare di schiacciare inútilmente gli animaletti che mi attraversano la strada. Loro pensano di essere stati bravi a evitarmi o di avere avuto culo, ma io lo so che e' solo merito mio.
Per un istante ho avuto in pugno la loro sorte e ho deciso che vivessero. Ma, a pensarci bene, forse non è un merito mio, o un demerito loro, forse e' solo una banale scelta lógica, o naturale che dir si voglia...

mercoledì 12 giugno 2013

Gli impiegati pubblici

Come parlare del  Camino e non parlare degli impiegati pubblici spagnoli, una schiera infinita di persone che e'  sempre presente, premurosa, attenta e nel tempo stesso rigorosa nel fare osservare le regole di base.
L'impressione che si ricava, a questo punto del  camino (Astorga) e' che ci sia molta piu' consapevolezza del servizio che si viene chiamati ad adempiere.
E' evidente che non voglio accendere la polemica sui molti, forse troppi, impiegati pubblici italiani, che vivono in nicchie di privilegio, lontano da tutto e da tutti e che non si  rendono conto che sono pagati per svolgere dei compiti di servizio ai cittadini che li pagano, vivendo la propria utenza come un fastidio, anche noi ne abbiamo moltissimi attenti e volenterosi, seppure la sensazione generale sia negativa.
In Spagna non si ha questa sensazione, dagli addetti agli Albergue, agli impiegati degli Ayuntamientos, a qualsiasi poliziotto per strada, fino agli operai addetti alla manutenzione stradale, tutta una schiera di persone pronte ad aiutarti, se sei in difficolta', pronte a darti risposta, se ne cerchi.
A fronte di oltre 500 km. percorsi mi sono domandato, ma com'e' che qui le strade sono dignitose, le citta' pulitissime, i beni comuni (giardini, parchi ecc.) ben curati..... eppure la famosa crisi ha investito anche loro. Ci dev'essere qualcosa che mi e' sfuggito, ma non qui, a casa.

martedì 11 giugno 2013

I popoli si muovono

E' vero, i popoli si muovono, lo fanno fin dai tempi remoti in cui il cibo era il riferimento fondamentale per qualsiasi popolazione. Nel camino, il fenomeno e' palpabile, i popoli si muovono e con loro gli "italiani brava gente".
Non voglio stare qui a redigere l'ennesima filippica contro l'approssimazione con cui si muove l'italica genia, fa pensare chi si trovi all'estero impegnato in una prova che tutto e' fuori che una vacanza, e veda affacciarsi alla porta dell'albergue l'azzimato giovanotto ciclista che con spiccato accento meneghino chiede in rigoroso italiano se ci sono camere libere, alla risposta affermativa della povera addetta alla recepcion (in spagnolo cama=posto letto) insiste e per la cena a che ora si mangia?
La faccia interrogativa della signora della recepcion e l'insistenza idiota di questo bell'esemplare del Bel Paese, mi spingono a intervenire e spiegare allo scemo che negli "albergue" non ci sono camere, ma camas, che vuol dire posto letto, che negli albergue dei "peregrinos" si dorme quasi sempre in camerate a piu' letti e che gli albergue municipales offrono il servizio cucina, se uno vuole cuocersi qualcosa da solo..... non servizio ristorante.
La faccia tra lo sbigottito e l'incredulo del fortunato italiano, si apre in un sorriso: "Ma sei italiano" mi viene da rispondere "Purtroppo si'" e penso, perche' mi assimilano a un cretino come te. Lui ride "Anch'io purtroppo..... ah ah ah!"
Anche questo e' il Camino, un'esperienza di vita che alcuni idioti hanno preso per una vacanza a basso prezzo.....seppure con servizi non soddisfacenti per il loro pretenziosi standard.

venerdì 7 giugno 2013

Doppiaggio della meta'

Passo dopo passo puo' succedere che si arriva a quota 408,5, la meta' esatta del cammino e tutto deve ancora cominciare.
Gli ultimi giorni di Camino sono stati piuttosto noiosi, la stessa strada brecciolata, che non finisce mai, lungo le carrettere provinciali, dove non passa nulla che non siano mezzi agricoli.
La media degli Albergue, sia pubblici che privati, continua ad essere buona, cosi' come la qualita' del cibo, seppure la varieta' appartenga poco a queste terre.
In compenso i ramarri spuntano lunghezze intorno ai 30 cm. e consistenze da 3 cm. per la lunghezza.
Il tempo e' clemente, ma cambia molto repentinamente.
I pellegrini sono una razza strana, mi ero lanciato in improbabili ipotesi nazionalistiche, ma la verita' e' che gli imbecilli sono trasversali e non hanno certificato di provenienza.
Dal mio punto di vista, entrare in un alberge di pellegrini e' come entrare in una chiesa o in una moschea, tenere il rispetto massimo per tutti i presenti che hanno alle spalle una giornata faticosa, mentre trovo imbecilli che con spiccato accento italiano settentrionale, si lanciano in proposte per i programmi serali, proprio mentre altri pellegrini stanno dormendo o cercando di recuperare le energie per affrontare la giornata successiva.
In altri tempi, il regime franchista avrebbe usato la garrota, contro questa stupidità da villeggiante "pago pretendo". Ovviamente è un paradosso, tuttavia un minimo di attenzione agli altri (dato quello che si sta facendo) non guasterebbe.... è solo una banale questione di buona educazione.
Ma evidentemente, dobbiamo fare i conti anche con questo aspetto meno piacevole.
Comunque oltre alla meta' del percorso, con Sahagun abbiamo superato anche la meta' geografica. Le condizioni fisiche si fanno pesanti, speriamo di farcela.

martedì 4 giugno 2013

La stoffa si fa spessa

Se il cartello che fa bella mostra di se' fuori dal bar, dove ho pranzato a base di bocadillo con tortilla de patatas e una caña, dice il vero, siamo al bel risultato che mancano km. 405 a Santiago de Compostela, vale a dire che meta' dell'opera e' fatta.
Lo so che siamo tutti dediti ai facili entusiasmi, ma e' gia' di per se' un bel risultato, considerando poi che pensavo peggio, e quando mi scordo, compaiono le lapidi dei pellegrini morti nel Camino, a rammentare che siamo al mondo, e' vero, ma ci siamo di passaggio e non sappiamo quando questo passaggio cambiera' sentiero.
Comunque sia Carrion de los Condes e' stata raggiunta e con lei una significativa padellata di chilometri e' stata cucinata a dovere.
La nota di demerito spetta all'Albergue Municipal di Boadilla del Camino, sciatto, maltenuto, con personale orrendo e in forte debito verso la civilta', non avendo preso ancora in considerazione la fine della II guerra mondiale.
Le note di merito sono invece un'infinita': la prima agli spagnoli di questi paesini che sono attraversati da quest'orda piu' barbarica che mistica e che, nonostante tutto, non si approfittano della posizione di dominanza; la seconda ai paesaggi, Navarra, Rioja, Burgos, Palencia, tanto per citare quelli percorsi fino ad ora. I mari di grano, perennemente agitati dal vento che fa loro cambiare colore in continuazione, farebbero diventare poetico anche chi non ha attinenza alcuna con la poesia.
Il tempo e' migliorato da due giorni e la vita cambia radicalmente. Si cammina piu' volentieri e se e' vero che il caldo fa aumentare la fatica, non ho alcun rimpianto per quelle centinaia di chilometri percorse sotto la pioggia, il vento, la grandine e la nebbia, inzaccherato nel fango dei sentieri..
Vero e' che le prove vere devono ancora arrivare, ma per il momento 25 km. al giorno sono ancora alla portata della stragrande maggioranza delle persone che ho conosciuto, purche' non si facciano bischerate.
Quando gira male, gira male, ma quando gira bene, ti rendi conto che fare un viaggio di questo genere porta al tuo spirito aspetti inimmaginati e di forte contenuto.
Le persone, c'e' tutta un' ONU in movimento, si parlano, si sorridono, ci si aiuta e ci si perde. La storia della vita di ciascuno di noi. Ma qui non c'e' il dolore della perdita, perche' si sa che il giorno dopo altri compagni di viaggio ci terranno compagnia per il tempo strettamente necessario, perche' comunque la si pensi, e' bene ricordare che questa non e' una scampagnata, e' un impegno fisico e spirituale molto pesante, che e' bene affrontare da soli, perche' come diceva il poeta : " quando si muore si muore soli" e anche quando si nasce, mi verrebbe da aggiungere.

sabato 1 giugno 2013

Infine Burgos

Non sapevo come, ma sapevo che i primi 300 km. sarebbero stati piuttosto duri, lo sono stati.
Complessivamente, essere arrivato a questa distanza, mi sorprende. Mai avrei pensato di usare i piedi cosi' tanto in vita mia.
Va da se' che tutto si paga, si paga in vesciche, in unghie divelte, in dolori lombari, di schiena, spalle ipersensibili e chi piu' ne ha piu' ne metta.
La pioggia e il freddo infame che hanno caratterizzato i primi nove giorni di "Camino" (salvo per la splendida domenica trascorsa) hanno dato due giorni di tregua, da due giorni si completa il percorso di tappa senza che una goccia di pioggia di cada addosso. Sono conquiste.
Burgos e' la vecchia capitale del regno di Castilla e Leon e ne mantiene tutta la pomposita', ma e' una citta', per giunta abbastanza grandicella (per i criteri spagnoli), il che significa che il dovere di aiutare i pellegrini in difficolta' e' demandato alle autorita' religiose e laiche connesse col camino.
C'e' una bella differenza se si pènsa che ieri ho cenato in un posto che d'inverno conta 40 anime, ad Atapuerca, patrimonio dell'umanita' dal 2000 per la presenza di insediamenti risalenti al paleolitico.
Tra l'altro il posto si chiama "Comosapiens", gusto giochino fra le parole Comer (mangiare) e Homo Sapiens, inevitabilmente riferito alla principale attrattiva del luogo.
Per ora tutto fila liscio, in una settimana speriamo di coprire la distanza con Leon e poi vedremo.
Se la stanchezza dovesse avere il sopravvento, il ricorso alla Jacotrans (7 €) potrebbe risultare provvidenziale. Per il momento invito a fare il camino solo quelle persone che amano stare in pace e soli, gia' troppi ce ne sono di beoti dediti alla gazzarra e alla quisquilia.