mercoledì 29 maggio 2013

Perche' non si pensi che ci facciamo mancare qualcosa

La camminata da Azofra e' partita sotto i migliori auspici: non piove, un timido sole si affaccia ogni tanto, come se avesse paura di disturbare e cosi', passo dopo passo, si mettono in fila i 9 km. che ci separano da Cirueña.
Se ne deve essere accorto qualcuno, perche' comincia venire giu' la pioggerellina di marzo che cade argentina sui tetti...... lo vogliamo ricordare  o no che siamo alla fine di maggio e il clima dovrebbe essere sol y sombra, come i posti piu' ambiti dagli intenditori di corride.
Di Cirueña fa bella mostra di se' il campo da golf a 18 buche, testimone di una opulenza economica che non e' piu', almeno per quanto si intuisce dalle case simil-francia invendute,
Si leva un vento gelido che fa concorrenza al nostro grecale quando e' ignorante e porta le perturbazioni balcaniche....scarpe rotte eppur bisogna andare.... ma che cavolo di maggio.
Sotto la pioggia che non mi abbandona un solo secondo, passo da S. Domingo de la  Calzada, bel posticino dove si paga anche per entrare in cattedrale. "Ma sono un pellegrino!" sarebbe stato meglio dire che i pellegrini erano loro, ma questa la capiscono solo i toscani.
Attraverso lo splendido ponte e mi incammino verso Grañon, altri 7 km. Lo strano e' che un passo dopo l'altro ci si arriva  e li' mi fermo a mangiare un panino, dato che sono digiuno dal bocadillo di ieri sera.
Un ragazzo simpatico dell'alimentari mi fa entrare, mi tira fuori un tavolino e una sedie e m9i dice di riposarmi cinque minuti. Gli do retta, ha ragione lui.
Riparto sotto un sole truffaldino, mentre continuo a bagnarmi per la pioggia, che improvvisamente diventa grandine.....ecco, ci mancava solo lei, ora mi aspetto la neve e un paio di uragani tropicali....
Mi alloggio nella succursale di Sparta, Hospital San Lazaro, 5 €, ma che vuoi fare, questo e' il camino de Santiago, mica una gita fuori porta.
(a onor del vero l'Hospital e' molto spartano, ma e' pulito e ha le docce calde, il resto puo' attendere).

martedì 28 maggio 2013

I piedi non perdonano, Dio.... forse.

Abbiamo doppiato la boa dei duecento chilometri e il dolore dei piedi e' il meno piacevole degli aspetti del Camino. Passati dalle campagne della Navarra alle vigne della Rioja, seppure ci fosse stato il piccolo anticipo di Irache con le fontane che danno vino, di cui abbiamo parlato...
Passati da Logroño e dal suo magnifico parco che ha inglobato un pezzo importante del camino, tanto che arrivare alla tappa successiva sembra immediato.
Sia la "Casa Mari" di Torres del Rio, sia "La Casa del Peregrino" di Navarrete, riconciliano col Camino e con la cortesia degli hospitaleri.
La pioggia ha lasciato una tregua solo domenica, poi non ha avuto pieta' di questi poveri viandanti di mezza eta' che si avventurano con passione in un territorio che la pioggia rende quasi insopportabile, per quanto bellissimo.
La giornata di oggi si conclude ad Azofra, nel suo Albergue Municipal, che dire futuribile e' dire poco. Continua l'avventura ed e' probabile che in settimana si possa arrivare a Burgas, citta' del Cid e delle sue gesta, con una cattedrale fra le piu' belle e piu' rimaneggiate di Spagna.
La fatica comincia a farsi sentire, ma tappe di 20 o 25 km. sono ancora alla portata, per il momento.
Alla prossima..

sabato 25 maggio 2013

Camminando camminando

Il business del camino de Santiago e' la nota caratteristica che salta all'occhio in questa prima esperienza. Comunque sia, l'esperienza dei primi tre, quattro giorni di cammino e' sconvolgente.
La pioggia e il fango sono stati il leit motiv dei `primi due giorni, la fatica si somma alle difficolta', dando un risultato degno dello sforzo, che viene pagato in sporcizia e sudore e stanchezza, tantissima stanchezza.
Tutto va bene quando gli "Albergues" sono all'altezza della situazione, ma non tutti lo sono.
Un esempio per tutti, quello di Larrasoaña, gestito dall'Autorita' municipale e' vergognoso. Senza servizi igienici adeguati, 1 bagno e doccia per 16 persone e la presunzione di non fornire nemmeno una coperta con una sistemazione in stanze cosi' umide che nelle pareti avremmo potuto pescare dei pesci.
L'albergue successivo e' stato quello di Uterga, gestito da privati, costo 10 euro e 10 per la cena.... non pochissimo, ma la qualita' dei servizi offerti ha certamente meritato la spesa sostenuta, per non parlare della cortesia e attenzione... (preciso che non si vuole fare considerazioni se sia meglio il pubblico o il privato, ma solo redigere un insieme di notazioni legate alla signola esperienza).
Ora a Villatuerta Albergue ispirato alla "Casa Magica", chi non sa cosa sia se lo vada a cercare su Google. Ambiente eccellente, ottima disponibilita' e cuscina simil vegetariana. i costi sono di 23 euro compresa la cena..... non male. Una cosa che depone a favore di questo posto e' che esiste la possibilita' di lavare e asciugare i panni che i troppi giorni di pioggia ha reso inservibili, me li ridanno asciutti e lavati......ora sono certo che i soldi non fanno la felicita', dei panni asciutti si'.

mercoledì 22 maggio 2013

Roncesvalles

Hanno ragione tutti coloro che affermano che la prima tappa del camino de Santiago e' durissima.
Hanno ragione da vendere e molti, fra cui il sottoscritto, si chiedono cui prodest avventurarsi per un sentiero che dopo circa 25 Km. di saliscendi nel fango ti porta a mandare a quel paese il sentiero stesso, come se fosse un qualcosa di autodeterminante.
Brutta cosa la fatica, tira fuori la parte peggiore di te.
Oltretutto, va detto a onore di quei temerari che hanno fatto la scelta di passare dalla route Napoleon, abbiamo scelto di fare il tragitto piu' semplice, per evitare la tempesta che da giorni infuria al passo a quota 1400. Una delle persone che lo ha fatto, mi ha raccontato che erano in quattro e si aspettavano, perche' da soli avrebbero potuto trovarsi in guai veramente seri. Il suo tragitto e' stato neve, vento, nebbia e acqua tutto il giorno.
La buona sorte mi ha premiato, il mio percorso e' stato pioggia tutto il giorno, vento solo negli ultimi chilometri e tutto e' andato benissimo.
Il tempo di percorrenta della prima tappa (27,01 km.) e' stato inferiore alle 7 ore, con momenti che hanno messo a dura prova la mia capacita' di sopportazione.
Domani la tappa e' in discesa e ancora non so dove mi fermero', se a 20 km. o procedero' oltre fino ai 27.

Una nota a parte merita l'organizzazione dell'Albergue di Roncesvalles, una vera e propria macchina da guerra in un posto meraviglioso con un'organizzazione olandese.
C'e' tutto per tutti e si viene seguiti da dove riporre le scarpe a dove lavare gli indumenti che si sono inevitabilmente infradiciati, soprattutto in una giornata da tregenda come questa.
La cosa che mi sento di dire, e' che e' scoppiata la moda del camino de Santiago, mai si era vista cosi' tanta gente in movimento nel mese di maggio, oltretutto in un mese di maggio oltremodo ostile come pare essere questo.
Comunque sia, i posti che ho visto sono meravigliosi e fanno far pace con questa Europa che a volte ci spreme oltremodo. Anche se mi viene il sospetto che non sia l'Europa a spremerci, ma dei millantatori la cui unica degna fine potrebbe in qualche modo richiamare quella gloriosa di Ceausescu. Speriamo che mentre io faccio pace col mondo e (forse) con Dio, gli europei si rendano conto di essere in maggioranza e rovescino  in modo brutale e irreversibile coloro che cercano di renderci invivibile uno dei posti piu' belli del pianeta.

domenica 19 maggio 2013

Vigilia

Siamo dunque al punto. 
Lunedì mattina treno per Bologna, poi volo per Bordeaux e poi ancora treno per Bayonne e infine St. Jean Pied de Port.
A parte trovare un posto dove dormire, l'urgenza è ottenere la "Credenziale", passaporto indispensabile per affrontare il camino e avere l'opportunità di essere ospitato nei rifugi che offrono la possibilità di dormire e lavarsi a prezzi modici.
Le previsioni meteo non promettono niente di buono, pioggia, pioggia e pioggia. Oltretutto, pare che le temperature saranno invernali. Una bella consolazione per chi sperava che la tarda primavera portasse belle e lunghe giornate serene.
Non mi piace l'idea, ma non posso determinare il tempo, inoltre, pare ce si possa incontrare un clima più accattivante partendo in luglio o agosto, con l'inconveniente della calca che si crea in quel periodo.
Comunque sia, il periodo è ormai stabilito. Dovrò decidere come affrontare la neve sopra i 1200 metri, ma sopratutto se affrontarla o se superare le tappe pericolose (pare che la route Napoleon lo sia in modo particolare con condizioni di clima avverse) con un servizio di pulmann o altro.
Mano a mano che butto giù queste ultime note prima del salto, i sembra che l'ansia mi faccia mettere le mani troppo avanti, quasi a celare un aspetto rinunciatario. Un po' di timore c'è, inutile nasconderlo, ho già sottolineato come questa impresa si collochi in un territorio che è piuttosto lontano dalle mie capacità fisiche. Ma forse è questo il suo fascino, mettere alla prova gli individui, soli, col tempo variabile, con la fatica immane, con la voglia di rinunciare per tornare alla comoda vita quotidiana.
Forse è questa la chiave di lettura, il pellegrino ha il sostegno importante della fede, l'obiettivo dell'indulgenza che lo aspetta a fatica ultimata. Io non ho la sorte di avere questo sostegno e forse cerco le domande giuste alle mie risposte, o forse delle risposte adegate alla complessità delle mie domande.
Comunque sia, l'avvenutra inizia e sarà da vivere fino a quando durerà.

sabato 4 maggio 2013

Tempo e timore.

Il tempo passa, anche Berta si è maritata e si avvicina il giorno in cui ci sarà l'avvicinamento alla partenza per l'impresa.
L'ansia cresce e con essa il timore di avere mirato troppo alto rispetto alle bassezze in cui vivo, ma poco importa, ormai siamo in ballo e balliamo, a costo di sentire il dolore ai piedi che il cammino non ci fa sentire.
Da lunedì la preparazione dello zaino sarà la principale attività, al secondo posto la ricerca del biglietto che sia di aereo e treno o di solo treno o di treno e pulman, poi la pianificazione di strumenti da portare, sperando che l'esagerazione non prenda il sopravvento.
L'ansia cresce, il timore cresce e con loro cresce la curiosità delle motivazioni che mi hanno spinto in questa direzione impegnativa.
Con 20 km. al giorno ho un percorso che si copre in 40 giorni, quaranta lunghi giorni di fatica fisica e mentale, ma la distanza è alla mia portata, con un'andatura calma 20 chilometri si percorrono in 5 ore, da allungare a 6, 6 e mezzo se si considera le opportune pause per il necessario riposo.
Se poi, dalla seconda settimana, il fisico lo consentirà, staremo a vedere se la distanza potrà essere dilatata o dovrà subire una contrazione.
Insomma, per farla breve, mi convinco ogni minuto che passa che programmare una cosa di questo genere non è stupido, è inutile. Troppe sono le variabili che interverranno nel corso dell'attuazione e troppo diversamente gestibili a seconda del fisico, dello stato d'animo, dei pensieri che si elaborano e della voglia di fare il passo successivo.
Più che un work in progress, una vera jam session di jazz.