martedì 28 agosto 2018

Camino Inglés

Molte sono le leggende che ruotano intorno ai passi e alle persone che camminano. 
Alcune narrano di scarpe e materiali avveniristici che fanno sembrare inesistenti le distante fra i luoghi; altre vaneggiano di gesta eroiche e pranzi sibillini, non avendo chiare nozioni di dietetica, su tutti regna, con criterio assoluto, la leggenda del pellegrino dell'ultim'ora.
Avevamo optato per il cammino inglese, perchè ci consentiva di percorrere il pellegrinaggio verso Santiago in tempi piuttosto rapidi, lasciando lo spazio al cammino verso Fisterra e Muxia, vera perla , che trova la sua ragion d'essere nella parola fine, compimento, purificazione.
Per quanto strano possa sembrare, avevo stabilito di non percorrere i sentieri per Muxia fino a che non avessi deciso di fare il mio ultimo Camino, sancendo così una chiusura solenne all'esperienza spirituale che i Cammini verso Santiago di Compostela rappresentano.
Abbiamo cambiato idea, così, tanto per fare, come succede quando si cambia idea senza una ragione precisa, che forse, oltretutto, invece c'é. La visione è l'oceano, il grande mare che avremmo attraversato, come recita un testo di Ivano Fossati. L'oceano è il continente più grande del pianeta e, di certo, quello più popolato. L'oceano è fonte di vita non solo per sé stesso, ma anche per noi, miserabili abitanti della terra ferma, che trasciniamo le nostre esistenze fra un vuoto e un pieno, sempre casualmente, sempre inconsapevolmente. 
La scelta è, quindi, caduta su un percorso che si protrarrà per un paio di settimane, ma che sarà oltremodo impegnativo da coprire.
Vedremo dove ci porterà la volontà e la forza, ma, comunque sia, domani è un altro giorno e si parte.

sabato 17 marzo 2018

la fermata

Avevo già acquistato i biglietti aerei, ma la sera del sette marzo, un'auto non identificata ha toccato me e la moto su cui viaggiavo in una rotonda. Clavicola rotta, commozione cerebrale e moto con svariati danni, sono il risultato di questa giornata.
Sospendo mio malgrado l'organizzazione del viaggio, propongo nei social di Pellegrini i miei biglietti in omaggio, e aspetto che passi la buriana.
Riprenderò il progetto dopo l'estate.

domenica 25 febbraio 2018

La credenziale

Non ho voluto prevedere di portare la credenziale del mio primo Cammino, e quindi ne ho fatto richiesta qui.
Secondo le previsioni, dovrebbe arrivare in circa sette (7) giorni.
E quindi anche il secondo step è fatto.

La "concha"  che mi ha accompagnato nel primo Camino, sarà con me anche in questa occasione, difficile liberarsi di una compagna di viaggio che ha seguito imperterrita le vicissitudini del primo viaggio, sicuramente assai improvvisato e forse non è stato male che sia stato così.
E siamo, così, al terzo punto.

Un altro passo

I biglietti aerei sono prenotati, il giorno 5 aprile, l'aereo mi preleverà a 500 m. da casa, mi porterà a Francoforte e poi un altro volo arriverà a Santiago de Compostela la sera.
La mattina dopo, in autobus fino a El Ferrol del Caudillo, in arte Ferrol, da cui comincerà il Camino Inglés, percorso breve, ma carino, stando alle testimonianze di chi lo ha già fatto, percorribile in cinque giorni, il che lascia tempo sufficiente per arrivare a Finisterre e a Muxia, altri 110 km.
Insomma nel periodo che intercorre fra l'arrivo e la partenza, c'è il tempo che basta per seguire un percorso da oceano a oceano, sempre che il fisico regga e la mente resti saldamente ancorata a questa terra.
L'aereo di ritorno è stabilito per il 16 aprile mattina, via Valencia.
E il primo piede è stato messo avanti. ora tocca ai successivi.

sabato 13 gennaio 2018

Prende forma

E così ci risiamo.
Prende lentamente forma e aprile potrebbe essere il mese giusto per fare una camminata dalla costa cantabrica a Muxia, passando per Santiago.
Il progetto è quello di affrontare il Camino Inglés, con partenza da El Ferrol del Caudillo, e proseguire fino all'oceano, una volta giunto a Santiago.
Dieci giorni in tutto, compresi i viaggi di trasferimento.
L'aereo non è stato ancora prenotato perchè l'intervallo di tempo papabile per il viaggio, è soggetto ad alcune variabili che non possono essere ignorate.
Col primo di febbraio l'orizzonte si dovrebbe schiarire e l'organizzazione della nuova avventura con lo spirito, potrebbe prendere una forma e una consistenza meglio definita.
Comunque si riparte dal Camino.

venerdì 6 ottobre 2017

Metodologie

Sui gruppi social che riguardano il Camino e che seguo perchè mi tengono vicino al sogno che ho dovuto, mio malgrado metter in stand by, si ripropongono con frequenza crescente i confronti sulle modalità corrette per approcciarsi al Camino stesso.
Ognuno dice la sua ed è comprensibile, il percorso che conduce a Santiago è una rappresentazione della vita, e ognuno lo conduce a suo modo.
Mi sono chiesto spesso se ho fatto bene oppure no ad affrontarlo con l'incoscienza che sarebbe stata meglio indossata da un giovane.
La risposta che ho trovato è abbastanza sconcertante, innanzi tutto per me, uomo dai mille dubbi: ho fatto bene, ho fatto quello che mi sentivo e ho affrontato 800 e passa chilometri a piedi, prendendo il buono e il cattivo che sono derivati dalla mia incoscienza, che amo di più definire curiosità estrema.
Ora, a distanza di anni posso dire che mi conosco meglio, che ho scoperto di me cose che mai avrei immaginato di poter fare o pensare. Ho toccato con mano l'insofferenza verso le cose che considero inutili.....e che magari non lo sono per altri; ho lasciato per strada tutto ciò che non mi interessava e ho preso quello che mi faceva stare bene.
In fondo la vita è questo, un cammino faticoso, alle volte impossibile, in cui ciascuno di noi cerca di stare meglio che può e che affronta come meglio crede e riesce.



lunedì 17 aprile 2017

Quattro anni dopo

Il bello delle esperienze come il Camino è che rispecchiano a pieno quello che è l'insegnamento per affrontare la vita.
Sono passati quattro anni, quattro anni complicati, il passare degli anni non aiuta a prevenire gli acciacchi che inevitabilmente cominciano ad arrivare. Il fatto è che sono passati e l'esperienza fatta è sempre lì sul tavolo delle elaborazioni, in cerca di una collocazione, ammesso e non concesso che possa averne una sola.
Mi sono chiesto più volte se avrei voluto rivivere lo stesso percorso e se avrei gli stessi comportamenti e le stesse reazioni a tutte le sollecitazioni ricevute. La risposta è sì, vorrei rivivere quel cammino dieci, cento, mille volte e osservare, cercare di capire le innumerevoli sfaccettature che mi ha indicato di volta in volta.
Non so se ho percorso quel cammino da uomo libero e consapevole, sono convinto che una buona dose di incoscienza ha caricato il mio bagaglio e annebbiato le capacità percettive.
Ero preparato? No di certo, ma non lo sarei neppure percorrendolo altri 10 anni. 
Fra l'altro, sono convinto che chi affermi una cosa diversa, menta spudoratamente....inannzi tutto a sé stesso.
Nel frattempo si sono moltiplicate le letture e le condivisioni di chi ha sperimentato il Camino e la sensazione è sempre la stessa di dinamico immobilismo; tutti, in apparenza, cercano risposte, chi alla fede, chi alla vita, chi alle proprie capacità e le modalità sono tutte catalogabili in categorie ben precise, che non prevedono enunciati che non siano già di conoscenza dellì'interessato.
In fondo, è proprio questo, il cammino lungo i sentieri che portano a Santiago sono la rappresentazione della vita, ognuno li percorre come sa, come può e, talvolta, come riesce. La volontà di conoscenza non può e non deve essere messa in discussione, il sopravvento della stupidità non è contemplato fra chi affronta questa prova.
La conclusione sarà sempre la stessa, ciascuno avrà la sensazione di avere ricevuto qualcosa che sa definire solo in parte e perciò si sentirà determinato a ripetere l'esperienza, per individuare sempre meglio il risultato della sua ricerca.
Questa credo che sia, in estrema sintesi, l'eredità che il "Camino de Santiago" lascia a ciascuno di noi, la certezza che la prova può essere ripetuta più e più volte, fin quando le risposte che avevamo nasconto in noi, non si riveleranno in tutta la loro chiarezza.
Non è poco, anzi. Potere ripetere tutte le volte che si ritenga necessario questo faticosissimo viaggio interiore alla ricerca dei nostri interrogativi, è la ricchezza che il Camino de Santiago concede e la vita no.